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San Giovanni Valdarno / seta / Tiziana Grilli

Tiziana Grilli, pittura su seta ed eco printing – 2 parte

Primi passi nell’artigianato

Dopo il diploma Tiziana non trova lavoro, viene a conoscenza di un corso professionale per operatore del legno organizzato dalla Regione Toscana, ne è attratta e si iscrive.

“Erano quasi tutti uomini; il corso era strutturato piuttosto bene, due anni con molte ore di pratica alternate a quelle teoriche sulla conoscenza delle varie essenze e sulla progettazione dei mobili; a fine corso c’era la possibilità concreta di avere un lavoro e i ragazzi in effetti furono tutti assunti, invece purtroppo nessuna di noi donne ebbe questa opportunità…”

Tiziana ricorda con particolare piacere le lezioni di intaglio e la soddisfazione che le dava disegnare qualcosa che dal progetto poi nelle sue mani diventava realtà. Piccole cose, scatole o basi lampade, ma questa libertà nel creare le piaceva e la divertiva.
Pur non servendole per trovare un lavoro in una falegnameria queste competenze le risulteranno preziose in seguito quando Tiziana potrà costruirsi un primo telaio per dipingere su seta o creare le basi per le lampade realizzate con la tecnica dell’eco printing.
Contemporaneamente al corso di falegnameria ne inizia anche uno di taglio e cucito.
Legno, tessuti e pittura, mondi apparentemente distanti che di lì a poco si riuniranno nelle attuali creazioni di Tiziana.

La pittura su seta

E’ sempre il caso che porta Tiziana a conoscere la tecnica della pittura su seta.
Viene colpita da un articolo su una rivista e inizia ad approfondire l’argomento. Affascinata dall’idea di creare per sé dei foulard originali e unici compra libri, guarda video e tutorial, si informa, studia a fondo la tecnica e da autodidatta inizia a sperimentare.

La pittura su seta è una affascinante e antica tecnica orientale.
La seta è un materiale di origine animale, una secrezione del baco da seta che nutrendosi esclusivamente di foglie di gelso produce un lungo filo continuo col quale costruisce il suo bozzolo al cui interno potrà trasformarsi da crisalide ad insetto compiuto.

I primi allevamenti di bachi da seta sono stati in Cina e sono molteplici le leggende che raccontano come questa produzione abbia avuto inizio.

Questo avveniva cinquemila anni fa.

Hoan- Ti, imperatore della Cina, amava molto sua moglie Si-Ling-Ci e voleva che il nome della sua sposa fosse ricordato per sempre dal suo popolo.

Un giorno le mostrò dei bachi da seta.

Osserva bene questi animaletti. Vedi se possono servire e se si possono allevare. Sono sicuro che il popolo apprezzerà ciò che farai e non ti dimenticherà più.

Si-Ling-Ci osservò attentamente i bachi e notò che essi, prima di morire, si avvolgevano in un meraviglioso bozzolo.

Ella allora volse i fili del bozzolo, li tessé e ne fece un fazzoletto di seta.

Avendo notato che i bachi si nutrivano di gelsi, raccolse le foglie di queste piante e allevò una gran quantità di bachi, insegnando poi anche al suo popolo l’arte di allevarli.

Questo avveniva cinquemila anni fa.

I cinesi d’oggi, che non hanno dimenticato l’arte di allevare i bachi e di tessere la seta, non hanno dimenticato neppure la loro imperatrice Si-Ling-Ci, e ogni anno celebrano ancora una festa in suo onore.

Lev Tolstoy – Si ling-Ci e i bachi da seta

La Cina custodì per circa tre millenni il segreto del prezioso filato mantenendo il monopolio della produzione e del commercio. La raffinatezza della seta era talmente apprezzata in tutto il mondo da diventare oggetto di importanti trattative commerciali ed economiche.

Si narra che l’introduzione dei bachi da seta in Europa si debba a due monaci missionari che tornando dalla Cina nel 551 d. C. riferirono all’imperatore Giustiniano di aver visto che la seta era prodotta da piccoli animali e di sapere come allevarli. Tornarono dunque in Cina per conto dell’imperatore e riportarono a Bisanzio le uova del baco da seta nascoste dentro i loro bastoni di bambù. Da Bisanzio l’allevamento dei bachi da seta si diffuse in Grecia, e poi in Italia dove si ha traccia dei primi allevamenti ad Avellino nel 1036d.c.

Le principali tecniche di pittura su seta che si sono affermate in Occidente nel XX secolo sono il Batik e il Serti.

esempi di pittura Batik in due o più colori

Batik in lingua malese significa “dipingere con la cera” ed è una tecnica di pittura in negativo; il disegno viene definito dalla cera in presenza della quale il tessuto non prenderà colore.

La tecnica Serti, di origine Indo-orientale, è legata invece alla produzione della guttaperca, una resina collosa prodotta dal Palaquium gutta, un albero originario delle aree di Sumatra, Malesia, Singapore e Borneo. 

Palaquium gutta e raccolta della guttaperca

L’uso della gutta in Occidente è piuttosto diffuso anche in altri ambiti, dall’odontoiatria all’industria nei più diversi settori per la costruzione di cavi, tubi, rulli per macchine da scrivere e vari oggetti di uso quotidiano e ornamentale.

Nella tecnica Serti la gutta viene utilizzata per tracciare i contorni del disegno creando un margine che impedisca al colore molto fluido di espandersi.
Tiziana dipinge su seta utilizzando principalmente la tecnica Serti ma la sua fascinazione per l’Oriente la porta a fare molteplici esperienze in questo campo.

Dalla progettazione al prodotto finito

“La fase progettuale è quella più spensierata e creativa.
Trovo ispirazione nella natura, nei fiori del mio giardino e nell’arte dei pittori famosi.
Scelto il soggetto faccio un disegno preparatorio su carta e lo ripasso col pennarello nero perché le linee siano ben visibili quando poi dovrò riprodurle sulla seta.”

“Ogni fase di questo lavoro richiede molta concentrazione e precisione, qualsiasi errore è purtroppo irrimediabile.
I primi tempi mi arrabbiavo moltissimo quando capitava, poi ho imparato che se non posso sempre eliminare gli errori, talvolta posso fare delle piccole modifiche al mio progetto iniziale, magari passando un colore più scuro su uno più chiaro, per mascherarli; ma questo stratagemma non è sempre possibile”
.

Il telaio che Tiziana utilizza per dipingere l’ha costruito lei stessa insieme al marito Marco che la affianca in tutti i suoi progetti. Realizzato in legno di pino , permette di realizzare pezzi che misurano al massimo 2 metri per 1,10.

“Si dipinge stando in piedi. Ho iniziato questa attività utilizzando un telaio più piccolo, smontabile, da appoggio su un tavolo. Con questo potevo fare pezzi di cm 90×90 al massimo ed essendo realizzato a incastro potevo creare anche lavori più piccoli.”

“Ho poi realizzato anche un terzo telaio che uso esclusivamente per fare le sciarpe, anche questo è in legno di pino. La sua struttura semplice lo rende molto versatile e mi permette di usarlo su un tavolo in posizioni diverse, più basso, più alto o inclinato; questo mi consente di ottenere particolari effetti col colore che posso far scivolare o gocciolare a mio piacimento.”

Tiziana per i suoi lavori utilizza la seta bianca; in commercio se ne trovano vari tipi che si differenziano per leggerezza e morbidezza; preferisce lavorare su tessuti leggeri perché su questi il colore si sparge meglio.

“Mi piace la seta di tipo Pongè 6, molto leggera, lucidissima, pesa circa 20/22 gr per mq., però è molto delicata e va lavorata e lavata con grande attenzione. La maggior parte dei miei lavori sono realizzati su seta Habutai 8 o 10 , più pesante, circa 30/35 gr per mq, liscia e morbida come la Pongè ma più resistente anche indossandola, ha una consistenza maggiore, il colore scivola bene e fa un bell’effetto.”


Tiziana mi spiega che prima cosa deve lavare la seta per togliere gli appretti usati per produrla, poi la stira con cura, la appoggia sul disegno e lo riproduce a matita; in seguito tende la seta sul telaio.

“Quando la seta è ben tesa sul telaio traccio i contorni con la gutta, la sua consistenza è gommosa; in commercio se ne trovano di due tipi, a solvente e ad acqua. Quella a solvente si asciuga molto più rapidamente, massimo un paio d’ore specie durante la stagione calda. Quella ad acqua invece ci mette più tempo, io la uso molto meno, perché fa un contorno più grosso e dunque dopo il lavaggio, a fine lavoro, lascia uno spazio più evidente fra i colori che a me non piace. Per disegnare i contorni con la gutta utilizzo una bottiglietta con in cima un ago che mi permette di tracciare linee molto sottili.”

Tiziana usa generalmente la gutta nera perché preferisce i contorni scuri, ma in commercio si trovano anche gutte colorate, metallizzate, oro, rame o argento. Mi spiega che è’ possibile anche colorare la gutta del colore preferito aggiungendo inchiostri colorati.
“Quella della gutta è un’altra fase del lavoro delicata e di grande precisione. Lasciare anche solo un piccolissimo spazio del disegno senza gutta vuol dire far uscire il colore su tutto il tessuto pregiudicando la buona riuscita del disegno. Per questo prima di passare il colore controllo sempre che non ci siano spazi rimasti senza gutta, illuminando con una lampada la seta da sotto il telaio.”

Controllo della gutta prima di passare il colore

Quando la gutta è asciutta inizio a colorare”

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I colori che usa Tiziana arrivano dal Belgio, sono gli unici che abbiano la trasparenza che a lei piace lasciando la seta lucida. I pennelli sono gli stessi che vengono generalmente usati per l’acquerello, di fibre animali, trattengono bene il colore e le pennellate hanno un corpo più intenso fin dalla prima passata.

“Uso colori molto concentrati, si possono miscelare fra loro col contagocce per avere le sfumature richieste. Aggiungendo diluente e acqua demineralizzata diventano più chiari, più fluidi e si spandono meglio andando a riempire tutto lo spazio fino al margine della gutta.
Via via che la pittura si asciuga i colori diventano sempre più opachi, si smorza la loro vivacità e torneranno in tutta la loro brillantezza solo dopo il trattamento col vapore
.”

La stufa per la cottura

“Anche la stufa per la cottura a vapore è stata costruita da noi. La struttura è molto semplice. La seta viene protetta dall’umidità con abbondante carta assorbente, poi viene arrotolata su un cilindro e inserita all’interno di un tubo tipo quelli delle stufe e lasciata per circa tre ore sospesa su una pentola dove bolle l’acqua creando vapore.
L’acqua non deve mai toccare la seta finché i colori non sono fissati.
E’ molto importante prestare attenzione ad arrotolare il dipinto senza creare grinze e impedire che più pezzi messi a cuocere contemporaneamente entrino in contatto tra loro all’interno del tubo perché potrebbero macchiarsi a vicenda rovinando irrimediabilmente ore e giorni di lavoro.”

Dopo la cottura a vapore il pezzo di seta viene lavato una prima volta ad acqua con un sapone apposito (silk wash) per togliere il colore in eccesso impedendo che questo possa depositarsi sulle parti non colorate della seta o sui colori piu chiari. In seguito per togliere la gutta viene fatto un lavaggio a secco. Dove c’era la gutta sul lavoro finito resterà un sottile margine privo di colore o del colore della gutta.

Alcune volte faccio delle sciarpe senza contorni e disegni stabiliti, io le chiamo “colori in libertà”. Questo tipo di pittura è veramente rilassante e divertente perché non c’è la preoccupazione di fare sbagli irreparabili. Lascio libertà ai colori di spandersi e mischiarsi tra loro e ogni volta i risultati sono sorprendenti ”

colori in libertà

Occorre del tempo per fare un breve filo di seta:

il gelso fiorisce tardi e la digestione della foglia è lenta

FABRIZIO CARAMAGNA – LINEE DI SETA