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Silvia Righeschi / sughero e legno di olivo / Torre a decima - Molino del Piano

Silvia Righeschi: il sughero e il legno d’olivo – 3 parte

Le esperienze professionali e familiari di Silvia hanno arricchito la sua personalità e trasformato il suo modo di vivere portandola alla creazione del brand Mediterranean Mood.

“Penso che le scelte che si fanno “dice Silvia” definiscano chi siamo e che tipo di mondo vogliamo realizzare. Mediterranean Mood è il mio tipo di mondo ideale. Siamo solo di passaggio su questa terra ma il modo in cui viviamo ed impattiamo su essa può fare la differenza su come la lasceremo al prossimo.”

Nelle creazioni di Silvia non troverete dunque né plastica né pelle animale ma solo sughero e legno di olivo.

“Il mio primo esperimento col sughero” racconta Silvia “fu con un tappo di una bottiglia di Chianti. Lo tagliai a rondelle unite da fili di ottone e lo trasformai in collana; da lì ho capito che questo materiale aveva un potenziale enorme.”

Utilizzando solo materie prime naturali e autoctone Silvia vuole dimostrare come sia possibile creare oggetti belli e utili senza avere un impatto invasivo sull’ambiente, nel pieno rispetto degli animali e della natura. Mediterranean Mood è un marchio etico registrato che utilizza solo materie prime naturali a impatto zero; si definiscono brand etici tutti quei marchi creati da aziende che hanno a cuore la società a cui appartengono e rispettano pertanto le sue leggi e i suoi esseri viventi.

“I punti di forza e di vanto del brand Mediterranean Mood” continua Silvia “sono l’etica ecosostenibile e l‘utilizzo di materiali, provenienti dal territorio, privi di componenti animali”

Il sughero

Il sughero è un materiale estremamente versatile ed ecologico, organico al 100%, si ottiene rimuovendo la corteccia esterna della sughera (Quercus Suber) che cresce principalmente nella regione Mediterranea. In quest’area ogni anno vengono complessivamente estratte circa 300.000 tonnellate di sughero. Le zone di maggior diffusione della quercia da sughero sono in Portogallo, Spagna, Sud della Francia, Corsica e Nord Africa. In Italia sono presenti in Sardegna, Sicilia e in Toscana nel territorio della Maremma grossetana.

“Malinconica sughera
capace di fiorire
capace di figliare
di bisbigliare sobria
e imprigionare il vento
dimenando le fronde
in un cullare lento
come legno sulle onde…”

Agostino Barletta “La quercia che sussurra” Genova, dicembre 2006

Le sughere vivono mediamente 250 anni e raggiungono 18/20 metri di altezza. La prima decorticazione (detta demaschiatura) avviene quando la pianta ha almeno venticinque anni di età e presenta una circonferenza non inferiore ai sessanta centimetri. Questo primo sughero (detto sugherone o maschio) ha una struttura dura e irregolare, è di scarsa qualità ed è pertanto destinato alla macina.
La successiva estrazione avviene dopo circa altri dieci anni e il prodotto ottenuto, detto sughero gentile o amadia, se di buona qualità è utilizzato per la fabbricazione dei tappi per il vino, industria che costituisce il 70% del mercato mondiale del sughero.
La decorticazione delle sughere avviene nel periodo che va dai primi di maggio a fine agosto, quando il sughero si stacca più facilmente senza causare danni alla pianta; viene realizzata da operai specializzati (detti scorzini) che con estrema cautela, per non danneggiare il fusto interno della pianta, utilizzano un’accetta affilatissima con la quale incidono la corteccia orizzontalmente, ad una altezza da terra di circa 2/3 volte la circonferenza del fusto. Poi con altre incisioni verticali staccano le porzioni di sughero che sono dette plance.
Di recente, sono stati introdotti anche processi meccanizzati di estrazione che oltre a velocizzare il lavoro, garantiscono una maggior sicurezza di evitare lesioni dannose per le piante.

Fusto decorticato

Dopo l’estrazione le plance di sughero vengono accatastate sul terreno dove riposano per 6 mesi restando esposte agli agenti atmosferici; durante questo periodo di stagionatura rilasciano l’acqua di costituzione della pianta e le polveri contenute nei pori così da essere poi pronte per la lavorazione nel sugherificio.

Le plance di sughero

E’ importante sottolineare che la corteccia esterna non è vitale per la sopravvivenza dell’albero ma ha la semplice funzione di proteggerlo dal caldo e dai venti secchi dell’estate mediterranea. La quercia da sughero è l’unico albero la cui corteccia si rigenera dopo ogni raccolta lasciando l’albero intatto. Questa operazione può essere ripetuta senza problemi anche venti volte durante il ciclo vitale della pianta.

Sughereta

La corteccia di sughero è costituita da un tessuto vegetale composto da un agglomerato di cellule che una volta maturate muoiono e il loro involucro viene sostituito da aria e gas.

Questo è quello che rende il sughero un buon isolante termico oltre che leggero, elastico e resistente.
Ma le sue caratteristiche non finiscono qui, è anche altamente traspirante, non rilascia residui tossici, è impermeabile all’acqua, è immarcescibile e non teme insetti e roditori.
Le caratteristiche bioecologiche del sughero sono date anche dai bassi consumi di energia necessaria per la sua produzione (circa 30-60 kWh/mc) e dalla possibilità di riciclo che accresce enormemente le potenzialità di sostenibilità ambientale insite in questa materia prima.

Gli utilizzi del sughero sono molteplici, dalla lavorazione delle scarpe agli strumenti musicali, dalla bioedilizia agli scudi termici dei veicoli spaziali, per non parlare dell’industria automobilistica e della nautica, dei componenti di stampanti, biciclette e caschi per moto. Oltre al già citato settore enologico e alle enormi potenzialità nel mondo della moda e degli accessori come dimostra la creatività di Mediterranean Mood.

“Purtroppo però” spiega Silvia “moltissimi dei boschi che in passato erano dedicati alla produzione del sughero sono andati sparendo a causa del minore impiego di questo materiale che è stato rimpiazzato da molteplici prodotti sintetici.
La FAO e il WWF hanno dichiarato che tra 10-20 anni circa il 75% delle querce dell’area mediterranea rischieranno di sparire. La deforestazione, causata dal disuso del sughero può essere rallentata soltanto sostenendone e promuovendone l’utilizzo!”

Successivamente alla stagionatura il sughero viene bollito in acqua alla temperatura di 100°C. Con questo procedimento viene disinfettato, eliminando i batteri che contiene e viene persa la naturale curvatura delle plance rendendo il sughero più lavorabile. Una volta raffreddato e asciugato a temperatura ambiente il sughero viene tagliato in strisce o composto in blocchi a seconda del prodotto che si deve ottenere.
Silvia mi spiega che il sughero che lei utilizza viene lavorato da un artigiano di Vinci ma proviene dalla Maremma toscana. Silvia lo acquista a rotoli ottenuti dal taglio di blocchi in sfogliature sottili accoppiate a uno strato di cotone che gli dà supporto.

“Per il materiale necessario alle mie creazioni in sughero mi servo solo da aziende familiari che non sono fabbriche ma piccole realtà artigianali toscane che realizzano per me il materiale personalizzato in base ai progetti che devo realizzare” dice Silvia.

L’olivo

“E’ una pianta che non ha bisogno di presentazioni” dice Silvia. “Rappresenta la vita, l’economia, le religioni e tutta la cultura mediterranea da sempre.”
Albero generoso utilizzato fin dall’antichità per l’alimentazione, l’olivo, Olea Europaea, cresce nelle zone pianeggianti e collinari con clima mediterraneo, caratterizzate da inverni miti ed estati calde e siccitose. Le olive, i suoi frutti, sono impiegati per l’estrazione del prezioso olio di oliva.

I popoli del Mediterraneo hanno cominciato a uscire dalla barbarie quando hanno imparato a coltivare l’olivo e la vite.
Tucidide – V sec. a.C.

L’olivo è un albero antico” continua Silvia “ed ogni oggetto realizzato col suo legno pregiato è impreziosito da incredibili venature che lo rendono unico e sempre diverso.”


 
“…Pure colline chiudevano d’intorno
marina e case; ulivi le vestivano
qua e là disseminati come greggi,
o tenui come il fumo di un casale
che veleggi
la faccia candente del cielo…”

Eugenio Montale “Fine dell’infanzia” (Ossi di seppia, 1925)

E’ un legno pesante e resistente con una struttura nodosa che lo rende difficile da lavorare.
La scarsa disponibilità di tavole di grandi dimensioni lo rendono un legno poco usato in falegnameria e il suo utilizzo è maggiormente diffuso per la realizzazione di manufatti e pavimenti.
Nei primi dieci anni di vita la pianta presenta un fusto cilindrico e liscio di colore grigio verde; col tempo poi si trasforma, diventa nodoso e contorto, il colore si fa più scuro e diventa solcato da fessure e cavità più profonde.

Cresce lentamente raggiungendo anche notevoli dimensioni sia in altezza, 20-25 metri, che in larghezza; la sua circonferenza può superare i 2 metri.
Il legno che se ne ricava viene stagionato lentamente, da un minimo di 2 anni ad un massimo di 15, in locali arieggiati al riparo dalle intemperie. In questo lungo periodo di essiccazione si possono generare svirgolature, spaccature e fessurazioni sulla superficie che ne riducono sensibilmente il valore.
La struttura istologica compatta dell’ulivo rende questo legno molto stabile; una volta stagionato difficilmente riassorbirà umidità dall’ esterno e grazie alla sua finissima tessitura è possibile ottenere manufatti con spessore anche solo di pochi millimetri.
Uno degli impieghi più interessanti ed esclusivi del legno di olivo è quello della fabbricazione di strumenti musicali in quanto legno di risonanza. Soprattutto nel meridione d’Italia, viene utilizzato per realizzare strumenti a fiato come la ciaramella e la zampogna.
Il suo uso più diffuso resta però nell’oggettistica da arredo e cucina, nella produzione del parquet e nella produzione di oggetti decorativi in genere.
Mediterranean Mood abbina la lavorazione del legno di olivo a quella del sughero per realizzare ciondoli, collane, braccialetti e orecchini utilizzando le tecniche del traforo, della fresa e dell’intarsio.