Col suo racconto Maria ci ha portato dalla Puglia al Mugello dove ha aperto il suo laboratorio “Manifesta”. Per lavorare nella sua bottega ha lasciato la sicurezza del lavoro di insegnante seguendo la sua passione più grande, la pittura. Ha fatto una scelta coraggiosa andando contro le aspettative della famiglia di origine, ma è stata ripagata con grandi soddisfazioni.
“Quando sono riuscita a fare quello che sentivo veramente mi sono accorta che le persone apprezzavano maggiormente il mio lavoro.
Ci sono voluti alcuni anni prima di riuscire a tornare all’espressione più libera che mettevo nei miei quadri giovanili, per troppo tempo avevo messo da parte questo aspetto nel mio lavoro e all’inizio non è stato semplice. “
Grazie allo yoga e alla meditazione Maria è riuscita a capire e sanare la sua sofferenza interiore;
in seguito a questo percorso è nata una sua mostra personale, “Orientarsi: Satori”.
Satori è una parola giapponese, deriva da da satoru che significa “rendersi conto”;
Il Satori è il momento dell’illuminazione, una sorta di risveglio spirituale.
«Satori, in termini psicologici, è un oltre i confini dell’Io. Da un punto di vista logico è scorgere la sintesi dell’affermazione e della negazione, in termini metafisici è afferrare intuitivamente che l’essere è il divenire e il divenire è l’essere.»
Daisetsu Teitarō Suzuki, dall’introduzione del libro Lo zen e il tiro con l’arco di Eugen Herrigel
Orientarsi: Satori
“Orientarsi: Satori” consiste in cinque opere di grandi dimensioni che rappresentano le cinque fasi del viaggio interiore di Maria.
“La prima fase è quella dello smarrimento – mi spiega – il perdersi totalmente, non sapere chi siamo, dove siamo e dove andiamo.
Poi la seconda, la solitudine, la necessità di essere soli e isolarsi per riuscire a ritrovarsi; sentire di non appartenere al mondo del caos e del rumore per capire cosa siamo veramente.
La terza fase è la ricerca della direzione o almeno di un barlume di essa.
Nella quarta si individua un orientamento, si capisce in quale direzione andare.
Infine la quinta, la piena realizzazione di quella nostra verità che stiamo cercando, il satori”.
….I cerchi di Maria Galano sono dei moderni microcosmi, mandala occidentali in cui cercare la nostra illuminazione (Satori)
… Colui che medita attraverso la contemplazione del Mandala, cerca di ritrovare consapevolmente il proprio “centro”, ossia l’autentica, perfetta e trascendente essenza di se stesso (…)
Donato Di Poce critico d’arte e Poeta – Testo tratto dalla presentazione della mostra “Orientarsi:Satori” di Maria Galano
L’albero della vita
L’albero della vita è un altro tema ricorrente nei quadri di Maria.
“E’ un simbolo potente che mi è molto caro. L’albero nasce da un piccolo seme che attende le giuste condizioni per svilupparsi ma in sé contiene già il progetto di quel che sarà.
Gradualmente mette radici, ha bisogno di nutrimento per renderle forti e germogliare cosicché da delicato e fragile col tempo cresce e diventa albero.
Affonda le sue radici nella densità della terra per poi slanciarsi verso l’alto.
Il tronco collega cielo e terra, è la struttura forte di sostegno nella quale scorre la linfa vitale che permette di sviluppare rami, foglie, fiori e frutti.
Esattamente come noi, l’albero siamo noi.
Anche noi mettiamo radici – continua Maria – strutturiamo un tronco solido, i nostri rami sono braccia forti per offrire protezione, le nostre fronde e i fiori sono la capacità di amare e di generare nuove creature (i nostri frutti) che porteranno a loro volta nuovi semi che andranno a germogliare.”
“Lo recupero”
La linea “Lo recupero” nasce dal riutilizzo dei cartoni che Maria utilizza come base di appoggio sul tavolo di lavoro.
“Questi cartoni nel tempo si sporcano di vari colori, colla e altri materiali che uso per lavorare. Ho pensato di riutilizzarli e così come sono, col miscuglio casuale di colori, sono una base perfetta per la realizzazione di altri manufatti. Sovrappongo tonalità diverse, elaboro quelle macchie casuali con altre che rispettino quelle energie che cerco sul momento e con questo materiale rigenerato creo vari articoli sempre diversi.”
Tecnica pittorica
Maria mi spiega che quando realizza un pannello se il lavoro è su commissione può utilizzare colori specifici richiesti dal cliente, altrimenti li sceglie lei sul momento.
“Utilizzo sempre colori acrilici che stendo su supporti rigidi, non uso tele ma legno o mdf. Inizio stendendo una base per poi passare il colore utilizzando spatole morbide; non uso pennelli ma stratifico i colori che vengono gradualmente a mischiarsi. Quando dipingo ho in mente un progetto di massima che riguarda l’atmosfera che voglio rendere, ma non realizzo un bozzetto; le opere si sviluppano durante l’esecuzione, il colore si mischia da sé e il lavoro alla fine mi soddisfa solo se, osservandolo, colgo l’ atmosfera che avevo in mente.
Quando voglio fare un albero della vita, definisco lo sfondo, creo il sole o la luna e poi sul momento l’albero prende forma e si sviluppa rispettando una mia intenzione, certo, ma anche una certa dose di casualità che mi lascia sospesa fino alla fine”.
Maria mi dice che mentre dipinge viene talmente assorbita da quello che fa da mettere da parte la mente, mentre dipinge non esiste nient’altro.
Progetti futuri
Maria ha affrontato vari momenti difficili nel suo lavoro; a inizio degli anni duemila la crisi economica globale aveva messo in affanno anche molte attività del suo territorio, poi nel 2006 l’apertura dell’Outlet di Barberino ha causato la chiusura di molti negozi del centro del paese impoverendo l’offerta commerciale e, per effetto domino, la chiusura di altre botteghe.
“Una decina di anni fa ho avuto momenti in cui ero tentata di mollare tutto, per fortuna non ho ceduto alla tentazione di chiudere. Ho dovuto modificare il mio canale di vendita – mi dice – Non potevo più contare solo sul cliente di passaggio, era diventato necessario fare fiere e mercati per rendermi visibile. Il mio prodotto però non era semplice da vendere in certi contesti e per me era frustrante vedere che molte persone non comprendevano il mio lavoro. Quello però è stato un momento anche molto stimolante perché mi ha permesso di conoscere tanta gente e riflettere sulla direzione da prendere per il mio lavoro. Cosa potevo fare? Dedicarmi a un prodotto più commerciale e vendibile? Oppure accentuare ancora di più l’aspetto artistico e fare sempre più quello che sentivo nelle mie corde? Ancora una volta ho fatto quello che ritenevo maggiormente affine al mio modo di essere”
Le mostre personali le hanno dato molte soddisfazioni perché quello delle mostre è il momento in cui l’artista può avere uno scambio diretto col pubblico.
“Quando qualcuno entra nel mio stand e mi dice che la mia opera l’ha toccato nel profondo e inizia a raccontarsi provo una grande emozione. Oppure quando il cliente mi manda la foto della stanza dove ha inserito un mio quadro e mi dice che l’atmosfera di quell’ambiente grazie al mio lavoro è totalmente cambiata… l’idea di suscitare un qualcosa, il pensiero di lasciare un piccolo frutto che da qualche parte svolge una funzione estetica, qualcosa che regala emozioni, mi da enorme gioia.”
Poi è arrivato il Covid e la nuova crisi economica che stiamo vivendo ha imposto anche a Maria nuove riflessioni.
“Il momento che stiamo vivendo non è chiaro, dobbiamo essere saldi ma non rigidi, coi piedi ben piantati in terra, ma pronti ai cambiamenti. Io osservo, metto via il seme, tengo da parte le mie idee, e vediamo cosa germoglierà nel tempo. Il lavoro è parte di me ma non è l’unica parte di me. Io sono anche altro e ho bisogno di darmi altri spazi, anche per ragioni di età… So che dovrò trasformarmi ancora perché tutto sta cambiando. Magari mi creerò un piccolo rifugio in Puglia, un ritorno alle origini e alle mie radici…”
E’ imminente la partecipazione di Maria all’evento artistico letterario “DurANTE l’anno” che si svolgerà a Scarperia dal 18 al 25 settembre prossimi, nella Sala della Vecchia Prepositura.
Trentatré artisti, fra i quali Maria Galano, presenteranno i loro lavori in una mostra collettiva; pitture, sculture, poesie e prose ispirate a tutta l’opera letteraria di Dante Alighieri celebreranno il Sommo Poeta a 700 anni dalla sua morte.
Un piccolo passo verso una nuova rinascita, una settimana di bellezza, di arte e poesia.