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Marialuisa Cutilli / San Casciano in Val di Pesa / Vetro di Murano

Ayni, lo spirito del colibrì e la lucentezza del vetro di Murano – 2 parte

Mari non perde mai il sorriso, nemmeno quando con la memoria torna agli scontri che ha avuto con i suoi genitori.
Voleva studiare al liceo artistico per poi fare l’Accademia di Belle Arti, ma per la madre quello era un desiderio inconcepibile; deve pertanto iscriversi all’ Istituto Magistrale come previsto per tutte le donne di famiglia. Mari obbedisce ma studia senza entusiasmo, in casa si sente oppressa da una mentalità che non le corrisponde e intorno ai diciassette anni inizia a contrastare i genitori in modo sempre più netto scappando più volte di casa.
“In giardino avevo un grande albero di cachi, quello era il mio rifugio quando ero a casa, mi arrampicavo lassù e me ne stavo per conto mio a leggere. Ho sempre avuto bisogno del contatto con la natura, è un amore sviscerato che mi ha trasmesso la mia amata zia che fin da piccola mi ha portato ogni anno in estate in montagna a Nova Levante .”
Mari ricorda le arrampicate e il suo misurarsi col vuoto che le hanno fortificato il carattere.
“Mia zia era parte della cultura rigida e bigotta trevigiana dell’epoca, ma amava molto la natura e mi ha trasmesso questa passione con le passeggiate, con le arrampicate con la piccozza, permettendomi di mettere alla prova il mio coraggio… ecco, il coraggio è stato fondamentale per me. Senza coraggio sarei rimasta in quella famiglia e non avrei potuto fiorire. Ci vuole coraggio per andare dove ci porta il cuore. ”

“Your time is limited, so dont’t waste it living someone else’s life. Don’t be trapped by dogma, which is living with the results of other peple’s thinking. Don’t let the noise of others’ opinions drown out your own inner voice. And most important, have the courage to follow your heart and intuition. They somehow already know what you truly want to become. Everything else is secondary.
… Stay hungry. Stay foolish.”

“Il vostro tempo è limitato, per cui non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.
… Siate affamati. Siate folli

Steve jobs – discorso ai neolaureti all’Universita di Stanford 12 giugno 2005

Il coraggio di cambiare vita

Dopo il diploma magistrale Mari si iscrive ad una scuola di fisioterapia, le piace l’idea di dedicarsi agli altri ma anche questa scelta non piace alla famiglia, pertanto dopo un primo anno di discussioni continue è costretta a smettere. Quest’ennesima rinuncia, dopo l’arte, la danza e lo sport, spinge Mari a decidere di lasciare definitivamente Treviso. Dopo una prima tappa a Salerno con delle amiche, Mari va da sola a Ravenna e qui le si aprono un mondo e una vita completamente nuovi.

Basilica di San Vitale – Ravenna

“Era il 1978 e Ravenna era in pieno fermento culturale e sociale. Sono entrata in contatto con idee di sinistra che mi erano completamente sconosciute a Treviso, ho conosciuto gente meravigliosa di una trasparenza e umanità incredibili. A Ravenna il mio spirito si è elevato.”
Mari trova ospitalità presso lo studio di uno scultore che le viene presentato da un’amica, entra in contatto con l’Accademia di Belle Arti e si rende conto che quello sarebbe stato veramente il percorso di studi che avrebbe voluto fare ma non può frequentarla perché deve lavorare per mantenersi.
“Quando sono scappata di casa ho conosciuto una libertà straordinaria, ho incontrato tanti artisti e ho potuto gioire della loro arte, leggerezza e umanità, ma mi sono trovata anche indifesa perché a Treviso ero cresciuta in una specie di bozzolo protettivo e non ero stata abituata a cavarmela nel mondo esterno.
A Ravenna sono successe molte cose, ho vissuto molte esperienze, alcune anche molto dolorose che mi hanno portato a raggiungere il fondo da cui poi sono riuscita a riemergere.”

Mari entra in contatto con vari artigiani che le insegnano lo sbalzo e la saldatura dei metalli.
“C’era un mercatino dell’artigianato e antiquariato e frequentando questo luogo ho incontrato persone generose che mi hanno insegnato il loro lavoro. Ho imparato a sbalzare le lamine di ottone, alluminio e rame; le sbalzavo le saldavo e incastonavo pietre dure”
A Ravenna dunque impara un mestiere, sostiene l’esame al Rec, prende la sua prima casa e inizia la sua attività come artigiana e sempre a Ravenna si innamora del vetro.
“Capitai per caso in un mercato dove vidi un banco che vendeva collane a torchon che in quegli anni andavano moltissimo di moda, erano perline in vetro piccolissime a più colori con delle belle chiusure. Mi piacquero molto e pensai che le perle di Murano fossero perfette per me che ero veneta, sentivo che quel materiale mi corrispondeva.”
Mari si mette in cerca di artigiani a Murano che producono perle a lume, quelle perle che vengono fatte a mano con la fusione della canna di vetro; li trova, lascia Ravenna e si dedica con entusiasmo a questa nuova attività.

“Dopo tre anni di vita a Ravenna affitto, insieme a un gruppo di amici, una casa a Montale di Arcevia (Ancona). Passo l’estate a fare mercatini sulla costa di Senigallia, Fano e paesi vicini. Le mie collane in vetro di Murano piacciono, guadagno un po’ di soldi e dopo altri 3 anni vado a Londra, mi iscrivo al College e miglioro il mio inglese”.
Passano ancora altri 3 anni e altre esperienze, il dolore per un tradimento le dà lo stimolo a partire per l’India.
“Qui faccio incredibili scoperte che mi fanno andare oltre la sofferenza.”

Per quindici anni Mari trascorre sei mesi l’anno nel periodo invernale in India presso una Accademia di meditazione dove alterna periodi da studente ad altri in cui presta servizio come assistente agli studenti e all’Accademia. Cinque ore al giorno di meditazione la guidano in un un percorso di crescita e arricchimento personale.
Ogni estate torna in Italia e svolge il suo lavoro di artigiana continuando a cambiare residenza ogni tre anni circa. Si trasferisce prima a San Benedetto del Tronto e poi, dopo una visita ad una amica che viveva in Toscana conosce il Casentino.
“Capitai in Casentino in una giornata di sole bellissimo e mi innamorai della luce che filtrava attraverso le foglie degli alberi, così per alcuni anni quando non ero in India abitavo là”.

Parco delle Foreste Casentinesi

Dopo 15 anni di inverni trascorsi in India ed estati in Italia, Mari torna di nuovo in Inghilterra.
“Ho ascoltato una voce interiore che mentre mi trovavo in India mi ha detto che la mia pratica meditativa si era abbastanza sviluppata ed era arrivato il momento di dedicarmi a quella sociale.
La mia intenzione era di perfezionare l’inglese, imparare ad usare il computer e poi tornare in India. In Inghilterra invece ho trovato un amico che mi ha parlato della psicosintesi; ho sentito subito nel terzo chacra una risonanza, così mi sono iscritta ad un corso di psicosintesi terapia e la mia permanenza in Inghilterra si è prolungata per quattro anni. Questo corso mi ha offerto una guarigione importante. Per la prima volta in vita mia, tutte le emozioni, i traumi, tutte le sofferenze si sono trasformate in parole che hanno dato voce alla bambina interiore.
I quattro anni di vita che ho trascorso in Inghilterra hanno trasformato la mia sofferenza in guarigione.”

Bath – la guarigione interiore

Successivamente Mari decide di fermarsi in Toscana e compra una casa a Pelago dove resta alcuni anni finché nella sua mente si affaccia frequentemente il pensiero di un luogo, San Casciano, che Mari non conosce e che pertanto decide di visitare.

“Da molti anni avevo in mente di realizzare un ecovillaggio, un centro di meditazione, e questo richiamo verso San Casciano mi ha fatto sentire che potevo concretizzare questo desiderio; quando sono arrivata in questo paese mi sono sentita subito a casa. Varie sincronie mi hanno fatto trovare questa struttura che era completamente da restaurare. Sono riuscita a realizzare il mio sogno, qui ho la mia abitazione, il laboratorio delle mie creazioni in vetro di Murano e ho creato il Sorripa Evolution Centre, il mio centro di meditazione e crescita individuale. Il centro è una restituzione che sentivo il bisogno di dare agli altri per tutto il bene che ho ricevuto io.”

I viaggi di Mari in Oriente proseguono, nel 2013 va in Sri Lanka e dal 2014 ogni anno va a Bali.
“ Oggi sono permanenze brevi, non più di un mese e mezzo, ma per me questo andare in Oriente ogni anno continua a essere un bisogno fisico e psicologico, mentale e spirituale.
Bali poi è molto interessante, è un luogo di una creatività notevole. Adoro il connubio fra la creatività balinese con l’utilizzo delle loro risorse (col bamboo fanno cose meravigliose) e l’influenza occidentale dell’Australia. Hanno una architettura incredibile, semplice ma di grande fascino, un mix molto equilibrato fra Oriente e Occidente.”

Pura Ulun Danu Bratan – Tempio Hindu – Bali (Indonesia)

Mari ripensa alle varie tappe del suo percorso che l’hanno portata ad essere quello che è oggi, mi dice che prova un grande senso di gratitudine verso la vita e anche verso sé stessa per le scelte che ha fatto.
“Alla piccola Mari che osserva i grandi dall’altalena io oggi dico grazie perché alla fine sono riuscita ad ascoltarla e le sue sensazioni sul mondo degli adulti erano giuste.
All’adolescente arrampicata sull’albero di cachi –
continua – dico grazie per essersi ribellata, perché la sua ribellione mi ha aiutato a rompere le righe e ad ascoltarmi.
Alla Mari di Ravenna dico grazie per il suo desiderio di sperimentare uscendo dalla zona di confort al quale era abituata. In quel periodo sono riuscita a fare tutto quello che non avevo mai fatto prima, sono stata una diga che si è rotta, ho corso dei rischi ma proprio quei rischi mi hanno fatto uscire fuori dal guscio e mi hanno fatto sentire chiaramente quello che volevo davvero fare e soprattutto quello che non volevo.
Devo poi ringraziare la Mari dell’Inghilterra –
conclude – perché mi rendo conto che solo da allora in poi sono riuscita ad essere davvero me stessa. Perché finché siamo immersi nella rabbia e il nostro comportamento è una reazione alle costrizioni che subiamo non siamo mai veramente noi stessi e soprattutto non siamo liberi.
La Mari di Ravenna era ancora troppo arrabbiata per essere libera.
La Mari dell’Inghilterra mi ha fatto uscire dal circolo vizioso in cui ero immersa.
Oggi mi sento molto libera e sono contenta di tutto quello che ho vissuto; finalmente mi sento risolta”