Poco loquace, riservato e all’apparenza schivo, Stefano Ciappi ci racconta il percorso che lo ha portato a diventare un artigiano tessitore. Ci tiene molto a sottolineare il suo essere artigiano e non artista e puntualizza più volte questo concetto.
“Non ho mai avuto la pretesa di essere un artista, non sento il bisogno di esprimere me stesso con la tessitura; essere un artigiano tessitore mi permette di rispettare quel rapporto fra creatività, realizzazione del prodotto e vendibilità dello stesso che io credo sia alla base del mio essere artigiano ed è esattamente quello che volevo diventare.”
Stefano Ciappi è nato a Vinci nel 1965 ma è sempre vissuto a Certaldo con i genitori e due sorelle. A Certaldo viveva tutta la sua famiglia, anche i nonni, gli zii, i cugini e aveva sede l’azienda di materie plastiche del padre mentre la mamma era insegnante. Stefano ricorda la sua casa come “l’ambiente perfetto per me e per il mio mondo interiore”
Avere grandi spazi a disposizione per giocare ( il grande giardino, l’orto del nonno, l’officina della ditta del babbo) ha sviluppato la creatività di Stefano fin dall’infanzia incentivando la sua attitudine a costruire cose.
“Per me era come vivere in un enorme parco giochi. Ero un bambino curioso e autonomo, non ero particolarmente interessato alla socialità, non sentivo il bisogno di rapportarmi con le altre persone. Mi piaceva molto di più osservare la natura, gli oggetti e la materia. Stavo più volentieri con gli adulti che con i bambini della mia età perché gli adulti sapevano più cose, avevano i mezzi per costruire e creare. Avevo degli amici, certo, ma fra fare una partitella a calcio con loro e costruire qualcosa in officina non avevo dubbi su cosa scegliere.”
Stefano era un ragazzino affascinato dagli utensili dell’officina, gli piaceva osservare e conoscere i materiali, toccarli e trasformarli.
“Nella ditta di mio babbo avevo a portata di mano legno plastica, ferro e con l’aiuto degli operai ho imparato a saldare i metalli. Nell’orto di mio nonno trovavo altri interessi come la terra, gli attrezzi agricoli e gli animali; osservavo il nonno lavorare, costruire pollai e capanni, ricordo che avevamo un fiumiciattolo intorno a casa e la mia fantasia era costantemente stimolata a creare qualcosa di nuovo.”
Certaldo
La fama di Certaldo si lega a Giovanni Boccaccio che trascorse qui gli ultimi anni della sua vita e vi morì nel 1375.
“Certaldo, come voi forse avete potuto udire, è un castello di Val d’Elsa posto nel nostro contado, il quale, quantunque picciol sia, già di nobil uomini e d’agiati fu abitato”
Giovanni Boccaccio, Decameron-VI,10
Certaldo si trova al centro della Val d’Elsa ed è divisa in due nuclei ben distinti: la parte medievale perfettamente conservata con il Palazzo Pretorio, i vicoli e le torri (detta Certaldo Alta) sorge su un colle e si può raggiungere con una funicolare su rotaia a cremagliera.
In pianura invece troviamo Certaldo Bassa, nucleo che si è sviluppato maggiormente a partire dal settecento, dove si concentrano le attività economiche e le espansioni residenziali più recenti.
L’origine del nome Certaldo non è certa, è probabile che derivi da cerretum (‘bosco di cerri’). Numerosi reperti archeologici sparsi in tutto il territorio comunale testimoniano le origini etrusco-romane dell’insediamento.
Certaldo faceva parte delle numerose fortificazioni e castelli che la famiglia Alberti disseminò in tutta la Valdelsa per contenere l’espansionismo della Repubblica fiorentina, una sorta di cintura militarizzata intorno alla città di Firenze per cercare di contrastarla ed impedirne l’espansione.
Dalla seconda metà del 1100 Certaldo si trovò coinvolta nelle guerre tra Firenze e i Conti Alberti che dopo la distruzione di Prato che era la loro sede principale, spostarono il centro del loro potere in Valdelsa per impedire a Firenze l’accesso alla via Francigena.
Nel 1200 gli Alberti cedettero definitivamente Certaldo a Firenze.
Nel 1415 divenne la sede di uno dei Vicariati per la gestione amministrativa della Repubblica Fiorentina. Il vicario veniva incaricato ogni sei mesi da Firenze, doveva amministrare la giustizia e aveva ampie competenze amministrative.
Il Vicariato di Certaldo, durò dal 1415 al 1784, anno in cui i Lorena, con la riforma amministrativa del Granducato di Toscana, lo soppressero.
Dal XVI al XVII secolo Certaldo visse come distretto agricolo del regno mediceo. In seguito l’arrivo dei Lorena portò una nuova politica favorevole agli scambi che pose maggiore attenzione all’area del fondovalle adiacente alla strada Francigena, permettendo lo sviluppo di un nuovo nucleo urbano, staccato e distinto dal borgo medioevale che si trovava sulla sommità del colle.
Lo sviluppo industriale della parte bassa di Certaldo si ebbe principalmente dopo il 1849, anno di costruzione della linea ferroviaria Empoli -Siena e della stazione ferroviaria di Certaldo.
Nacquero le prime attività manifatturiere che portarono ad un aumento demografico e urbanistico del borgo con lo sviluppo di attività commerciali e industriali.
Visitare Certaldo
Da visitare sicuramente la Casa di Boccaccio, ricostruita dopo la seconda guerra mondiale che ne aveva causato la distruzione.
Oltre agli arredi antichi vi sono conservate diverse edizioni del Decamerone.
A settembre, con la Boccacesca, a Certaldo si svolge una tradizionale rievocazione storica ispirata proprio alle novelle del Decamerone di Boccaccio. Si tratta di una rassegna dedicata al cibo, al vino ed in generale al buon vivere. Chef, produttori di eccellenze gastronomiche di di vini si danno appuntamento ogni anno in questo borgo antico deliziando i visitatori che provengono da tutta Italia.
A Luglio invece si svolge Mercantia, il festival internazionale del teatro di strada, con spettacoli, musica e artigianato artistico. Mercantia trasforma per cinque giorni la cittadina in un luogo magico, tra esibizioni di giocolieri, acrobati e saltimbanchi ed esposizione di prodotti artigianali unici e speciali.
Il Palazzo Pretorio è il simbolo del borgo antico; la sua facciata è decorata con stemmi in terracotta invetriata che rappresentano le numerose famiglie che nel tempo hanno regnato su questo territorio. All’interno del Palazzo, oggi sede di mostre ed eventi culturali, possiamo vedere alcune opere come una Madonna col Bambino del 1489 di Pier Francesco Fiorentino, una Crocifissione del 1478 e una Pietà.
Oltre al Palazzo Pretorio, meritano sicuramente una visita la Chiesa dei Santi Tommaso e Prospero, al cui interno è situato il Tabernacolo dei Giustiziati di Benozzo Gozzoli e la Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo che conserva le spoglie di Giovanni Boccaccio. Attraverso le tre antiche porte di accesso al borgo si può scendere alla parte bassa del paese percorrendo vicoli e stradine con affacci su scorci panoramici straordinari.
Subito fuori dal centro di Certaldo, a soli venti minuti di cammino, troviamo il Parco della Canonica, area verde per trekking, passeggiate e giochi per i bambini, molto vissuto dagli abitanti della cittadina per attività sportive all’aperto e come luogo di incontro, picnic e relax. Dal sentiero del parco si possono vedere le torri di san Gimignano, molto vicina in linea d’aria a Certaldo.